Romanzo di Th. Hardy, pubblicato nel
1891. Tess Durbeyfield, una giovane donna figlia di un contadino di Blackmoore
Vale, scopre di essere discendente della nobile famiglia dei D'Urbervilles. Si
avvicina così ad Alec, un ricco signore dallo stesso cognome, e viene da
questi sedotta, rimanendo incinta. Il bambino però muore subito dopo la
nascita e la giovane si allontana, iniziando a lavorare come lattaia in un
caseificio. Lì conosce Angel Clare, con il quale si fidanza, ma che
l'abbandona la notte delle nozze non appena scopre il suo passato, scappando in
Brasile. Disperata, e con gravi problemi finanziari e familiari, Tess incontra
di nuovo Alec, del quale, dopo continue insistenze da parte dell'uomo e dopo
inutili tentativi di far tornare il marito, diventa l'amante. Angel però,
pentito per il trattamento riservato a Tess, rientra in Inghilterra. Tess,
disperata per il tradimento alla quale l'ha costretta Alec, lo uccide, fuggendo
con Angel nella foresta. Arrestata a Stonehenge, sarà processata e
impiccata. Romanzo di grande respiro, scritto con uno stile e una scioltezza
propri all'autore,
T. è uno dei migliori esempi del teatro
elisabettiano, influenzato in questo senso da Seneca, per il quale l'uomo,
condannato alla pena di vivere da un Dio che si diverte con lui, non riesce a
comunicare con gli altri nemmeno nell'ultimo sublime tentativo amoroso,
destinato inevitabilmente a fallire tragicamente.